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Il valore delle esperienze di Barbara Volpi

28 Maggio 2019
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Il bambino cresce e si sviluppa facendo esperienza, giocando, sbagliando, correggendosi. Sempre con l’occhio attento ad osservare il fare degli altri che sono da guida e da direttiva di un agire primitivo basato su prove ed errori.

La mente del bambino si struttura nel fare e, solo quando il piccolo inizia a parlare, il valore dell’esperienza si carica di senso e di continuità edificante il sé. Il bambino inizia a dare nome alle cose e così facendo inaugura la via della narrazione delle esperienze che vengono trasmesse ad integrazione di un sé integrato e stabile. Una mamma che racconta storie, che legge le favole, fornisce al bambino il primo toolkit utile per sviluppare in modo armonico non solo la capacità di parola e di linguaggio, ma anche il mettersi nei panni degli altri e lo sviluppare empatia.

Il raccontare e il raccontarsi esperienze diventa quindi centrale nella crescita del bambino, e, da grande, l’ascolto di esperienze raccontate da altri è sempre un input di riflessione, di confronto, di indicazione e rivisitazione della propria storia di vita.

Nel raccontare la propria esperienza, in un determinato settore o in uno specifico momento, si tracciano i punti più salienti, gli ostacoli, gli elementi di svolta, le opportunità lungo una linea del tempo che dal lì ha portato al qui.

Nell’ascolto delle storie ognuno capta gli elementi di affinità e/o condivisione con il principale protagonista, i principali protagonisti o con figure di poco rilievo e, mettendosi nei panni di altri, si coglie il senso vitale di quella specifica storia. È in questa dinamica sincrona di ascolto e immedesimazione che si esce trasformati dall’esperienza diretta, soprattutto se le storie che abbiamo ascoltato ci illustrano come reagire in modo costruttivo di fronte agli ostacoli.

Come essere resilientiin una società in profonda trasformazione, che sta perdendo assi valoriali per strutturarne di nuovi, ancora dai confini labili ed incerti?

Ascoltare come altri ne sono riusciti bene, con la determinazione, che è alla base del loro successo, ci dà coraggio e speranza per un futuro in cui la nostra volontà di fare bene può essere vista e può lasciare il segno. Esempi concreti di un impegno costante che fa capire come il successo nella vita non provenga dalla fortuna ma da un impegno costantenella volontà di perseguire con determinazione e impegno i propri obiettivi.

Adulti responsabili e attenti al benessere della società e delle nuove generazioni sono consapevoli del fatto che il raccontare storie e vivere esperienze continua ad essere un tassello importante della crescita individuale e collettiva. La formazione, del resto, parte da qui. Inizia con la condivisione delle esperienze in famiglia, a scuola, nel lavoro, tracciando la linea di conduzione di un agire consapevole e diretto verso il raggiungimento di obiettivi e mete prefissate dalle scelte di ognuno. Si fa esperienza e si delineano esperienze.

Per questo, fare esperienza di esperienze, come abbiamo fatto ascoltando e vivendo la giornata che ha aperto la strada all’#EipassExperience, è un esempio concreto di un fare bene teso al sostegno delle nuove generazioni, della scuola, della formazione, dell’imprenditoria.

Il tema centrale delle relazioni di Robin Good, e Enzo Muscia è stata l’esplicitazione della resilienzacome leva direttiva di un cambiamento e di un processo di trasformazionein cui il rimanere saldi è frutto di quell’apertura mentale che permette di saper guardare oltre. Oltre gli ostacoli per cogliere opportunità e risorse che forse prima dell’impatto distruttivo non potevano essere viste, né colte, né ipotizzate. Ed è questa la magia della resilienza, che si costruisce sempre nel vivere esperienze costruttive in famiglia, nella scuola, nelle relazioni, nell’unione potenziante di condivisioni affettive, che permettono di saper ascoltare e di guardare oltre.

Esperienza di esperienze verso una società del futuro che tenga conto dell’esempio costruttivo di altri per tracciare la timelinedi un fare bene che fa il bene delle nuove generazioni e, di riflesso, di noi stessi.

di Barbara Volpi